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Questo articolo è stato scritto:

Avv. Alessandra Sbressa Agneni

Autrice per Giuffrè Editore

Autrice di opere per UTET Editore

Autrice di opere per CEDAM Editore

Iscritta all'Albo degli Avvocati di Verbania

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Il fermo amministrativo consiste in un atto con cui gli enti pubblici o le amministrazioni, tramite gli agenti della riscossione, bloccano la circolazione di un'auto o di una moto per poter riscuotere tributi, tasse e sanzioni dovute.

Il credito può riguardare il mancato pagamento dell' IVA, dell' IRPEF, di bolli non pagati, oppure in seguito a multe relative a violazioni al Codice della Strada, ad esempio un'infrazione accertata da autovelox.

L'iscrizione del fermo amministrativo dell'auto è preceduta da una comunicazione, inviata con raccomandata a/r, che avvisa il debitore di provvedere al pagamento nel termine di trenta giorni.

E' bene sapere che un'auto che ha subito un fermo amministrativo non può circolare in quanto se si circola si rischia una multa da € 770,00 fino ad € 3.114,00); non può essere radiata dal PRA, ossia durante il periodo del fermo amministrativo del mezzo, il veicolo non può essere demolito o esportato all'estero. E' possibile vendere l'auto che ha subito un fermo amministrativo, ma il veicolo non può circolare e non può essere radiato dal PRA. Inoltre, l'acquirente deve essere messo a conoscenza dell'esistenza del fermo amministrativo sul veicolo e del divieto di circolazione.

Il fermo amministrativo rimane fino a quando il debito non viene saldato.

Si segnala che per togliere il fermo amministrativo bisogna procedere alla cancellazione. Per fare ciò, occorre presentare i seguenti documenti: provvedimento di revoca in originale (è il documento che viene rilasciato dal concessionario della riscossione al momento del saldo del debito); certificato di proprietà cartaceo in originale, oppure certificato di proprietà digitale.

E' prevista oggi anche la possibilità di rateizzazione del fermo amministrativo, detta anche sospensione, attivando appunto la procedura di rateizzazione. In questo modo si può pagare il debito ad Equitalia a rate. Occorre, quindi, rivolgersi all'ente di riscossione che ha richiesto il fermo del mezzo, ad esempio Equitalia, e chiedere la rateazione. Al pagamento della prima rata viene rilasciata un'autorizzazione alla sospensione del fermo che dovrà essere trascritto al PRA. Con la rateizzazione del fermo amministrativo, il veicolo può circolare e non si temono sanzioni.

Si fa presente però che rateizzare non significa cancellare, in quanto solo con il pagamento dell'ultima rata si può ottenere la cancellazione del fermo amministrativo. Infatti, se si smette di pagare le rate, il fermo amministrativo ripartirà e l'auto non può più circolare.

Si segnala che il fermo amministrativo è ritenuto illegittimo nei seguenti casi:
quando il veicolo è indispensabile all'attività di impresa o professionale;
quando il veicolo è utilizzato per il trasporto di una persona diversamente abile purché munita di apposito contrassegno;
non si è ricevuta la notifica della cartella di pagamento o dell'avviso di accertamento;
si è già provveduto a saldare il debito;
si è richiesta la sospensione del fermo amministrativo e si è pagata la prima rata;
è già in atto un provvedimento di annullamento del debito;
non è indicata la causa del debito nel preavviso di fermo.

Infine, per verificare se vi è un fermo amministrativo di un veicolo online, occorre fare una visura Targa PRA.

 

 

Articolo dello Studio Legale Sbressa Agneni

Articolo pubblicato nella sezione " Legale al Volante "

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Scritto da AVV. SBRESSA AGNENI

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