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Questo articolo è stato scritto:

Avv. Alessandra Sbressa Agneni

Autrice per Giuffrè Editore

Autrice di opere per UTET Editore

Autrice di opere per CEDAM Editore

Iscritta all'Albo degli Avvocati di Verbania

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La quinta sezione penale della Cassazione, con una recentissima sentenza (n. 31158), ha stabilito che il marito che vieta alla propria moglie di uscire di casa, obbligandola a modificare il proprio stile di vita, rischia di vedersi imputata una condanna fino a quattro anni di reclusione per il reato di violenza privata ai sensi dell'art. 610 del codice penale .... (a.b.a.)


La quinta sezione penale della Cassazione, con una recentissima sentenza (n. 31158), ha stabilito che il marito che vieta alla propria moglie di uscire di casa, obbligandola a modificare il proprio stile di vita, rischia di vedersi imputata una condanna fino a quattro anni di reclusione per il reato di violenza privata ai sensi dell'art. 610 del codice penale.

Il caso in questione riguarda un signore pugliese di 50 anni, il quale aveva in più occasioni costretto la moglie a “modificare le proprie abitudini di vita, rinunciando ad uscire a piedi e, comunque, a limitare le proprie uscite, a vivere chiusa in casa, controllando continuamente le immagini provenienti da una telecamera esterna appositamente installata, a richiedere la compagnia della madre nelle notti in cui il marito era impegnato in turni di lavoro notturni”.

La Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata confermando la misura cautelare del divieto di dimora nello stesso comune di residenza della moglie, emessa dal Tribunale del Riesame di Lecce nei confronti del marito troppo geloso, indagato ora per il reato di violenza privata.

La Cassazione ha rigettato il ricorso proposto dal difensore dell'indagato, il quale argomentava inoltre che “le asserite limitazioni del libero comportamento della persona offesa non erano riferibili ad alcuna minaccia, ma solo ad attenzioni amorose, ed erano ascrivibili ad autonome scelte di vita della stessa”.

Per i giudici, invece, la fattispecie in oggetto risulta essere contrassegnata da “un sistema di reiterate molestie e minacce tali non solo da costringere la persona offesa a un radicale cambiamento del suo stile di vita, ma a tollerare anche pesanti intrusioni nella sua vita privata e nella sfera della sua riservatezza”.

Quindi, secondo la Cassazione, nessuna tolleranza e mezza misura: se il marito è ossessionato dalla gelosia nei confronti della propria moglie che sfocia nell'inverosimile possesso e nell'esagerata appartenenza dell'altro, come nel caso in oggetto, deve cambiare città.

 

 

 

Articolo dello Studio Legale Sbressa Agneni

Articolo pubblicato nella sezione " Persona e Danno "

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"Famiglia e Persone" UTET Giuridica

Scritto da AVV. SBRESSA AGNENI

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