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Questo articolo è stato scritto da:

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Avv. Stefania Sbressa Agneni

contatto diretto mobile :  +39 340 79 65 261

Autrice per Giuffrè Editore

Scrive per la rivista di Vercelli La Grinta

Autrice per diversi blog giuridici

Iscritta all'Albo degli Avvocati di Verbania

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I conflitti coniugali, le separazioni e i divorzi a volte portano a galla il peggio del peggio delle parti coinvolte, marito o moglie che sia. Nel caso oggetto di questa sentenza della Prima sezione civile della Corte di Cassazione n° 14349/2012 ad esibire il lato peggiore di sé è stato il marito, responsabile di aver provato a tagliare il mantenimento dovuto all'ex moglie ed ai figli di cui uno era invalido, e reo persino di non aver pagato le spese processuali, come stabilito dal Tribunale di Cassino. Il Giudice aveva stabilito che il marito con la separazione avrebbe dovuto versare alla moglie € 700,00 mensili, lasciarle la casa familiare e farsi carico delle spese processuali. Contro questa decisione il marito fece ricorso alla Corte d'Appello puntando a dimostrare la sua totale impossibilità di effettuare i versamenti in quanto titolare di una sola entrata mensile costituita dalla sola pensione di € 1.000,00. La Corte rigettò il ricorso e lo condannò anche a pagare le spese processuali relative alla procedura d'appello. Nel dettaglio, la Corte disse che per dimostrare l'effettività possibilità di pagare il manteneimento “ vanno prese in considerazione le complessive situazioni patrimoniali dei soggetti, comprensive non solo di redditi in senso stretto, ma anche dei cespiti di cui essi abbiano il diretto godimento e di ogni altra utilità suscettibile di valutazione economica”. Grazie alle testimonianze dei figli emerge che il marito, aveva un piccolo impero economico e non solo la piccola pensione, ovvero una villa trifamiliare, depositi bancari per € 500.000,00, il ricavato della vendita di uno dei tre appartamenti della villa, ed i redditi derivanti dall'attività lavorativa per una società. L'ex moglie, invece, era titolare di una piccolissima pensione di € 200,00 oltre a godere della casa familiare. Nonostante ciò il marito imperterrito propone ricorso per Cassazione, affermando che la sua situazione economica era molto inferiore rispetto a quanto affermato dalla Corte d'Appello. La Corte di Cassazione però ha rigettato le richieste del ricorrente, giudicando inamissibile il ricorso. E così l'ex marito tirchio e finto povero si è ritrovato in un solo colpo a pagare il mantenimento e le spese dei tre gradi del giudizio.

 

 

 

Articolo dello Studio Legale Sbressa Agneni

Articolo pubblicato nella sezione " News dalla Corte "

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"Famiglia e Persone" UTET Giuridica

Scritto da AVV. SBRESSA AGNENI

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