chiama avvocato
 
0322 - 84 21 77
Chiama e richiedi un preventivo gratuito.
icona whatsapp 340 79 65 261
La consulenza telefonica è solo su appuntamento e previo pagamento anticipato.

consulenza legale online

Consulenza legale online

Dovunque tu sia, richiedici senza impegno una consulenza legale online!

VAI AL MODULO

ste000
Avv. Stefania Sbressa Agneni
Avvocato Matrimonialista
Autrice per Giuffrè Editore 
Responsabile AMI Sezione Territoriale di Verbania
Scrive per la rivista La Grinta di Vercelli

Finalmente in Italia un primo significativo passo avanti per promuovere una cultura che sostenga la condivisione della cura dei figli all'interno delle famiglie. La recente riforma del mercato del lavoro introduce un'importante novità che recepisce una direttiva europea di un paio di anni fa che chiedeva di introdurre in tutti i Paesi dell'Unione il cosidetto congedo di paternità obbligatorio. Questa possibilità esiste già in varie nazioni, come la Svezia, dove gli uomini hanno diritto a un congedo obbligatorio di ben 30 giorni. Oppure in Francia, dove questo periodo è di 11 giorni. Attualmente il congedo obbligatorio costituisce un diritto acquisito per tutti i padri lavoratori. In particolare, entro cinque mesi dalla nascita del figlio è previsto che un padre si assenti dal lavoro per un giorno obbligatorio e possa rimanere a casa altri due giorni ( facoltativi) senza subire nessuna decurtazione dello stipendio o dover ricorrere a permessi o giorni di ferie non ancora goduti. Durante l'assenza dall'ufficio, l'Inps provvederà a riconoscergli il 100 per cento del suo stipendio. La durata del congedo è ancora piuttosto bassa, in quanto l'Unione Europea chiedeva che i giorni di assenza fossero venti. Per applicarlo basta presentare al proprio superiore o all'ufficio del personale il certificato di nascita del figlio, o il certificato di ingresso in famiglia nel caso si tratti di un'adozione. Prima dell'ultima riforma del lavoro, questa agevolazione veniva concessa da alcune aziende ai propri dipendenti solo sulla base di specifci accordi contrattuali o sotto forma di benefit. E' bene precisare che il congedo facoltativo esiste da diversi anni e consente ai genitori di un bambino che abbia meno di tre anni di stare a casa per un determinato periodo, ovvero massimo sei mesi per il padre a fronte però di una riduzione dello stipendio in quanto nei giorni di assenza dall'ufficio si percepisce solo il 30 per cento del proprio salario. I neo papà sfruttano poco questa possibilità e i dati lo confermano in quanto secondo i dati forniti dall'Insp solo il 6,9 per cento dei padri italiani utilizza questa opportunità. In Europa, invece, è molto più diffusa: in Germania, per esempio i padri che si prendono una pausa dal lavoro per accudire i propri figli sono oltre il 25 per cento.

Famiglia e persone

"Famiglia e Persone" UTET Giuridica

Scritto da AVV. SBRESSA AGNENI

logo paypal pagamento
  
Per il servizio di consulenza online, si accettano pagamenti tramite PayPal.
Accedi al modulo di contatto e chiedici un preventivo gratuito.