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Avv. Stefania Sbressa Agneni
Avvocato Matrimonialista
Autrice per Giuffrè Editore 
Responsabile AMI Sezione Territoriale di Verbania
Scrive per la rivista La Grinta di Vercelli

Preg.mo Avvocato Sbressa Agneni,
da circa tre mesi mio marito mi ha lasciato e si è già trasferito in un'altra città. Il nostro rapporto era già in crisi da più di un anno e cioè da quando io ho cambiato lavoro. Sono stata assunta a tempo indeterminato in una grande multinazionale, dove lavoro con dei ritmi ferrei che mi lasciano a disposizione davvero poco tempo e ciò ha pregiudicato il mio matrimonio. Gli ultimi mesi di matrimonio sono stati insostenibili perchè non ero mai a casa e quando vi facevo rientro mio marito era infuriato e si lamentava di essere sempre solo. Per questo motivo, lui ha preso la decisione definitiva di lasciarmi chiedendo la separazione. Sento spesso parlare di abbandono del tetto coniugale e di addebito della separazione e vorrei sapere se riguardano anche il mio caso. La ringrazio anticipatamente se sceglierà la mia lettera a cui rispondere nella Sua interessantissima ed utilissima rubrica. ( Manuela, '79)

Cara Manuela,
Le rispondo informandola che con il matrimonio i coniugi acquisiscono una serie di diritti e doveri, tra i quali vi è anche l'obbligo della coabitazione. Quando uno dei due, il marito o la moglie, abbandona il tetto coniugale, l'altro può chiedere al Tribunale territorialmente competente l'addebito della separazione al coniuge che ha violato i doveri sanciti nel nostro codice civile. Tuttavia è sempre necessario valutare il caso concreto. La informo che la domanda di addebito della separazione per abbandono del tetto coniugale può essere formulata solo se una persona si allontana senza una giusta causa e contro la volontà dell'altro coniuge. Quest'ultimo può, per esempio, provare di aver richiamato il “fuggitivo” che però non ha voluto rispondere ai richiami. In assenza di ciò, si presume un accordo fra le parti, che cancella la responsabilità. Infine, La informo che sarà il Tribunale a valutare, sulla base del contesto in cui è maturata la decisione di suo marito, la sussistenza di un eventuale addebito.

NEW DALLA CORTE: ADDEBITO DELLA SEPARAZIONE A MOGLIE SPENDACCIONA.
Se avete una moglie che tutti i giorni spende in vestiti firmati, creme e cremine, trattamenti di bellezza e quant'altro presso centri estetici, questa sentenza vi renderà contenti. Infatti, recentemente una sentenza del Tribunale Civile di Roma ha affermato che fare shopping sfrenato può costituire un valido motivo di addebito in caso di separazione.

Il caso riguarda una signora che dedicava ogni sua giornata dopo avere terminato di lavorare, a fare compere futili e superflue, spendendo tutti i soldi per se stessa, non provvedendo alle esigenze della propria famiglia, dimenticandosi del mantenimento dei figli a cui provvedeva interamente il marito. Quest'ultimo stanco della situazione divenuta insostenibile, ha chiesto che venisse riconosciuto alla moglie l'addebito della separazione.

Tutto il menage familiare gravava sul marito che doveva pensare da solo ad ogni necessità della famiglia, dovendo anche pagare un mutuo della casa coniugale.

 

 

Si precisa che questa consulenza online è stata fornita dietro pattuito compenso forense.

 

Articolo dello Studio Legale Sbressa Agneni

Articolo pubblicato nella rubrica " Diritto e Sentimenti "

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Famiglia e persone

"Famiglia e Persone" UTET Giuridica

Scritto da AVV. SBRESSA AGNENI

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