LA CONVERSIONE DEL CONTRATTO NULLO.

Il negozio nullo non può produrre gli effetti per realizzare i quali era posto in essere.
La legge, talvolta, ammette che possa attuarsi un fenomeno automatico di trasformazione/ limitazione di quanto pattuito ovvero la conversione.

Sebbene la conversione si realizzi in casi rari, l'art. 1424 c.c. richiede a tale fine i seguenti presupposti:
a) che sia stato stipulato un negozio nullo, come tale idoneo a produrre gli effetti;
b) che tuttavia il negozio, sebbene nullo, presenti tutti i requisiti, di sostanza e di forma, di un diverso negozio che peraltro non è stato posto in essere;
c) che sia possibile dimostrare che le parti, qualora al momento della conclusione del negozio nullo fossero state consapevoli della nullità, avrebbero allora accettato di concludere, in luogo del primo, quel diverso negozio che sarebbe stato idoneo a produrre i suoi effetti.

La maggiore difficoltà di questa fattispecie risiede nella prova di tale volontà ipotetica (o presunta) dovendosi dimostrare non qualcosa di realmente accaduto, bensì quanto le parti avrebbero potuto volere se fossero state a conoscenza della nullità.

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