Occorre mettere subito in evidenza che le mail e gli sms non sono considerati dalla nostra legge una prova scritta se contestati dalla parte contro cui vengono prodotti.
La controparte avverso cui vengono prodotti ha la possibilità di contestare immediatamente il contenuto e la provenienza di questi documenti. In tale caso, però, tutto può essere rimesso in gioco, affidando ad ulteriori prove la possibilità eventuale di dare certezza a tali documenti.
Ciò premesso, quindi, chi crede che la propria corrispondenza personale, come un sms o mail se acquisita senza rispetto delle regola sulla privacy ( commettendo un illecito penale) non possa essere utilizzata in una causa civile, si sbaglia grosso!
Secondo una recente sentenza e significativa ordinanza del Tribunale di Torino è possibile produrre in giudizio i messaggi telefonici e quelli di posta elettronica anche se ottenuti in violazione delle norme di legge. Nel caso oggetto della sentenza uno dei coniugi era riuscito a prelevare dal pc le mail del partner contenenti le prove di una relazione extraconiugale ed il giudice ammetteva tali documentazioni all'interno del giudizio.
Secondo il Tribunale di Torino non esiste alcuna norma che vieti l'utilizzo di prove acquisite in modo illecito ossia commettendo reato per violazione della privacy. Al massimo, il giudice dovrà valutare di volta in volta, il bilanciamento tra i due interessi in conflitto, quello della riservatezza del diritto alla difesa.
In verità, in materia di trattamento dei dati personali, la richiesta del consenso altrui alla diffusione dei dati stessi non è richiesta se colui che agisce intende fare valere un proprio diritto.
Articolo dello Studio Legale Sbressa Agneni
Articolo pubblicato nella sezione " News dalla Corte "
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