La Corte di Cassazione con sentenza n.28892/2011 ha espresso un interessante e sempre attuale principio secondo il quale l'assegno divorzile può essere ridotto in relazione allo scarso apporto dato dal coniuge “libertino” alla gestione familiare durante il matrimonio.
Con tale principio, gli Ermellini hanno respinto il ricorso di una donna trentottenne che rivendicava un più alto assegno divorzile.
La Prima sezione Civile ha confermato quanto stabilito dalla Corte d'Appello di Bologna, osservando che correttamente la spettanza dell'assegno liquidato nella misura di soli 200,00 euro si basa “ in ragione del comportamento e della condotta di vita tenuti dalla donna durante il matrimonio, caratterizzati da vita libera e disordinata, abitudine a frequentare locali notturni, abuso di sostanze alcoliche e psicofarmaci.
Articolo dello Studio Legale Sbressa Agneni
Articolo pubblicato nella sezione " News dalla Corte "
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