ANCH'IO POSSO RICORRERE AL DIVORZIO BREVE?

Preg.mo Avv. Stefania Sbressa Agneni,

purtroppo, mio malgrado, sono alle prese con la triste esperienza della separazione da me non voluta ma subita con comportamenti del mio ex che mi hanno distrutta.

Mi riferisco non soltanto al trauma della rottura, ma anche alla trafila processuale che comporta.

Non mi sembra vero, ma sono già separata da più di un anno e per il divorzio dovrei attendere altri due anni e l'idea mi angoscia.

Ho saputo che una nuova legge abbrevia di molto i tempi e vorrei sapere se queste regole si possono applicare anche alle vertenze in corso come la mia e soprattutto quanto è vantaggioso scegliere questa nuova strada.

Mi chiedo se, vista la valanga di richieste, i tribunali riusciranno a smaltire tutte le cause o se, al contrario, si rischia l'ennesimo intasamento giudiziario.

Ho molti dubbi e perplessità in merito, mi può gentilmente rispondere? Grazie anticipatamente.

(Eleonora,Novara)

Cara Eleonora,

negli ultimi mesi si è parlato moltissimo e se ne parla ancora molto della riforma sul divorzio, entrata in vigore lo scorso 26 maggio. Effettivamente si tratta di una grande novità, che ha accorciato notevolmente i tempi per potersi direaddio definitivamente.

Dai tre anni prima obbligatori per poter chiedere il divorzio, si è passati ad un anno nel caso di separazione giudiziale in tribunale e da tre anni a sei mesi in caso di separazione consensuale.

Ma arrivo a rispondere alla sua domanda e cioè se la nuova normativa si applica anche alle vertenze in corso? Ebbene si. Questo è uno degli aspetti più significativi e vantaggiosi di questa legge: le disposizioni innovative valgono pure per i procedimenti cosiddetti pendenti ovvero per quelli per i quali la procedura risulta ancora in atto.

La riforma è stata concepita per rispondere a due esigenze: l'efficienza e la velocità. Lei giustamente si chiede se in pratica questo meccanismo funzionerà o se, visto il gran numero di richieste, finirà per ingolfare la macchina giudiziaria proprio perché richiede ritmi serrati.

Il rischio sussiste eccome anche perché si stima che circa duecentomila coppie si recheranno in Tribunale per approfittare delle novità introdotte dalla riforma.