Preg.mo avv. Stefania Sbressa Agneni,
dopo due anni il mio matrimonio è al capolinea. Entrambi non proviamo più niente, siamo diventati come fratello e sorella e l'unica cosa che ci unisce è nostra figlia di sei anni.
Vogliamo separarci nel modo meno traumatico possibile, ma a me non è chiaro l'affido condiviso della bambina, Le chiedo: cosa significa?
(Valentina, '80 Biella)
Cara Valentina,
ebbene, quando si dice “ voglio l'affidamento condiviso” significa che la legge prevede che i figli normalmente siano affidati ad entrambi i genitori.
Ma questo non significa che il tempo dei bambini viene diviso a metà fra ciascun genitore. Generalmente viene comunque scelto come punto di riferimento il genitore con cui il figlio vivrà stabilmente e vengono determinate le regole di frequentazione con l'altro.
Entrambi i genitori hanno pari diritti nel prendere le decisioni relative alla prole. Quindi, affidamento condiviso non significa 50% del tempo del figlio con ciascun genitore, ma conversazione di effettiva responsabilità genitoriale per entrambi i genitori.
L'art.1 della legge n.54/2006 recita testualmente che:”anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale”.
Si precisa che questa consulenza online è stata fornita dietro pattuito compenso forense.
Articolo dello Studio Legale Sbressa Agneni
Articolo pubblicato nella rubrica " Diritto e Sentimenti "
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