Gent.mo Avv. Stefania Sbressa Agneni,
mi trovo in una situazione brutta che mi sta mandando in depressione perché dopo due anni di matrimonio, ho il sospetto che mio marito abbia una relazione con altra donna e che abbia numerosi contatti con donne conosciute in siti d'incontri sul web.
Le mie amiche mi hanno consigliato di incominciare a spiarlo e di avere la certezza del tradimento e delle sue frequentazioni femminili e di chiedere poi la separazione (anche perché io sono dimagrita, non dormo la notte e prendo tranquillanti leggeri).
Io non so cosa fare e vorrei sapere se commetto reato, spiandolo, magari controllando il suo cellulare, quando dorme, oppure la posta elettronica, le chat, ecc. Mi dica Lei?
(Paola '79, Novara)
Cara Paola,
su internet si possono leggere frasi allarmanti nei siti che mettono in vendita dispositivi che consentono di spiare mail, sms o profili web del partner. Questi prodotti vendono molto a giudicare dal buon andamento del business.
Attenzione però, perché è possibile scoprire facilmente tutti i tradimenti e la vita privata del partner, ma bisogna saper che la legge italiana considera la pratica dello spiare un reato di violazione della privacy o della corrispondenza, attraverso i suoi strumenti, mail, chat, sms, skype.
Le segnalo che la giurisprudenza penale ha stabilito che è proibito al coniuge prendere visione della corrispondenza diretta dell'altro, senza il suo consenso, espresso o tacito.
Per questo il tribunale di Treviso ha inflitto a un marito una sanzione di 500 euro, oltre al pagamento di 5.000 euro a titolo di risarcimento danni, per aver violato la segretezza di alcune mail scambiate dalla moglie con il presunto amante, ritenendo superflue le giustificazioni del coniuge, il quale sosteneva che la donna avesse lasciato il computer nella sua disponibilità senza utilizzare particolari sistemi di protezione della privacy.
Quindi, il fatto che una condotta sia lesiva della privacy altrui, è passibile di denuncia e ciò non porta ad escludere la possibilità, da parte del partner “ tradito”, di utilizzare le prove dell'infedeltà così raccolte nella causa di separazione.
In sede civile sarà rimessa al giudice la valutazione sull'ammissibilità o meno delle prove acquisite.
In conclusione, la presentazione di copie di mail, chat, sms scambiati dal consorte con l'amante, concernenti la prova dell'infedeltà, potrà essere tollerata dal giudice civile nel corso del processo di separazione, mantenendo la possibilità per il coniuge danneggiato di poter sporgere querela in sede penale.
Si precisa che questa consulenza online è stata fornita dietro pattuito compenso forense.
Articolo dello Studio Legale Sbressa Agneni
Articolo pubblicato nella rubrica " Diritto e Sentimenti "
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