Avv. Stefania Sbressa Agneni Avvocato Matrimonialista Autrice per Giuffrè Editore  Responsabile AMI Sezione Territoriale di Verbania Scrive per la rivista La Grinta di Vercelli

Caro Avvocato,

dopo una convivenza di 4 anni ed un figlio di due, finalmente dopo vari impedimenti, il mese di ottobre mi sposo con il mio compagno che è un libero professionista. Sento, spesso parlare di patti prematrimoniali e vorrei saper nel dettaglio in cosa consistono?

Cara lettrice,

il nostro sistema giuridico esclude che abbiano valore i patti prematrimoniali, in quanto da noi vige il principio “rebus sic stantibus”, cioè di quella che è la situazione economica della coppia nel momento in cui decide di separarsi e che verrà persa in considerazione dal giudice che decide le condizioni. Non esiste il valore giuridico di patti preventivi anche se la coppia, di solito, decide prima del matrimonio se abbracciare la comunione o la separazione dei beni. Gli eventuali accordi di convivenza invece rappresentano uno strumento di tutela preventiva. I partner possono stipulare un accordo di autoregolamentazione che prevede gli obblighi reciproci durante la convivenza: il denaro che ciascuno metterà a disposizione del menage, chi pagherà i conti della casa e delle vacanze. E' anche possibile prevedere come regolare i rapporti economici e patrimoniali in caso di separazione. Questi patti infatti possono costituire una prova valida in caso di conflitto giuridico della coppia. In molti Stati americani gli accordi prematrimoniali sono ammessi perché è riconosciuta alle persone la facoltà di disporre automaticamente dei diritti e doveri matrimoniali per il futuro, mentre in Italia tali diritti non sono disponibili ma soggetti alla legge. Concludo dicendoLe che da noi vi sono troppi pregiudizi e che, invece, la chiarezza economica è fondamentale per salvaguardare l'amore di coppia.