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Questo articolo è stato scritto da:

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Avv. Stefania Sbressa Agneni

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Autrice per Giuffrè Editore

Scrive per la rivista di Vercelli La Grinta

Autrice per diversi blog giuridici

Iscritta all'Albo degli Avvocati di Verbania

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Sarà capitato a chiunque di giungere all'altezza di un semaforo con segnalazione gialla ed avere il dubbio di decidere all'istante se proseguire con decisione la propria marcia o fermarsi prudentemente ed attendere il colore verde. 
E' bene, però, mettere subito in evidenza, per non creare falsi ed inutili allarmismi, che il titolo si riferisce unicamente al caso in cui gli automobilisti, a seguito dell'inosservanza delle norme stradali, provochino incidenti stradali.


Così ha stabilito la quarta sezione penale della Corte di Cassazione n° 37581 del 13 novembre 2007, confermando la condanna per omicidio colposo inflitta dalla Corte d' Appello di Roma ad un automobilista che aveva attraversato l'incrocio di una strada trafficata della capitale quando il semaforo segnava il rosso nel suo senso di marcia, causando un incidente nel quale aveva riportato lesioni mortali un giovane che percorreva la strada in motorino.

I giudici di merito, in verità, avevano riconosciuto un concorso di colpa della vittima pari al 20 % a causa di una sua imprudente partenza dopo il segnale del semaforo ed avevano condannato l'automobilista alla pena, condizionalmente sospesa, di 6 mesi di reclusione oltre alla condanna al risarcimento del danno a favore delle parti civili.

Avverso questa sentenza l'imputato era ricorso in Cassazione, chiedendone l'annullamento e deducendo che il giovane si era immesso nella circolazione senza attendere il passaggio dell'auto, che aveva già impegnato da un po' di tempo l'incrocio, e che alla guida della propria auto aveva difficoltà a percepire il colore del semaforo a causa dell'abbagliante luce solare che gli impediva una corretta visibilità.
Il ricorrente deduceva altresì una violazione degli art.140 e 141 del codice della strada, i quali dispongono che tutti gli utenti della strada devono comportarsi in modo tale da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione e che i conducenti dei veicoli hanno l'obbligo di regolare la velocità dei propri mezzi alle caratteristiche ed alle condizioni della strada, al traffico ed ad ogni altra circolazione al fine che sia evitato ogni pericolo per la sicurezza delle persone e delle cose.

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell'automobilista e lo ha ritenuto responsabile dell'incidente che ha provocato la morte del ragazzo, sottolineando con fermezza che “incoerente appare la pretesa del ricorrente di imporre al motociclo, regolarmente partito al segnale di via libera, di lasciare, comunque, l'incrocio solo perché era già impegnato dall'auto, dove tra l' altro appare evidente che l'imputato aveva iniziato l'attraversamento dell'incrocio a semaforo rosso, essendo, peraltro notorio che agli incroci il semaforo verde su una delle vie che si intersecano scatta alcuni secondi dopo l'apparizione del rosso sulla strada incrociata. In questo caso, quindi, nell'ipotesi più benevola, l'imputato ha iniziato l'attraversamento dell'incrocio con segnale giallo, e dunque indebitamente, poiché, avrebbe dovuto arrestare l'automobile.

 

 

 

Articolo dello Studio Legale Sbressa Agneni

Articolo pubblicato nella sezione " Persona e Danno "

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Scritto da AVV. SBRESSA AGNENI

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