COMODATO D'USO E ASSEGNAZIONE CASA FAMILIARE/CONIUGALE.

Se siete in una fase di crisi coniugale definitiva o di convivenza/famiglia di fatto con figli vi informiamo che in caso di separazione formale/cessazione di convivenza more uxorio, la casa coniugale segue sempre i figli che hanno diritto a continuare ad abitarci a prescindere della proprietà del bene immobile.

L'articolo 337 del codice civile come criterio primario stabilisce di tenere conto dell'interesse dei figli.

Pertanto nel caso che l'immobile adibito a casa familiare sia in comodato d'uso, l'assegnazione della casa familiare viene imposta al comodante attraverso la continuazione del rapporto contrattuale a seguito della crisi familiare, magari nei confronti del coniuge che lo stesso non aveva prescelto.

In tale caso due sono le situazioni in evidenza:

1) L'esigenza di conservare l'ambiente familiare a tutela della prole.
2) L'interesse del comodante ad ottenere la restituzione del bene soprattutto quando lo stesso non rivesta la qualità di coniuge, ma di terzo.

Il primo intervento delle Sezioni Unite sul punto risale al 2004 con la sentenza n. 13603/2004 con la quale si è stabilito che la destinazione a casa familiare del comodato costituisce una sorta di vincolo di destinazione dell'immobile alle esigenze della famiglia e che, quindi, il termine di durata è da considerarsi collegato all'interesse dei figli.

Tale impostazione è stata ribadita da altre pronunce. E' stato ribadito che l'immobile che verrà restituito quando cesserà la destinazione d'uso a casa familiare ovvero quando i figli saranno maggiorenni indipendenti economicamente.

Per qualsiasi informazione, per una consulenza legale o per assistenza legale, non esitate a contattare gli avvocati Sbressa Agneni in sede a Borgomanero (0322 842177) oppure al mobile 340 7965261.