Gentile avvocato Stefania Sbressa Agneni,

sono una mamma di due figli, il più piccolo ha cinque anni. Ho scoperto che mio marito ha un'amante, una conoscente di entrambi. Frequentando la stessa cerchia di amicizie, poi sono venuta a sapere che tutti erano al corrente dei numerosi tradimenti di mio marito, mentre io ero troppo impegnata con la casa ed i figli.

Presa dalla rabbia, ho fatto le valigie e sono andata via di casa portando con me i bambini. Poi ho incominciato ad indagare e più indagavo e più le bugie venivano a galla ed io mi sentivo stupida ed allo stesso tempo umiliata.

Alla luce di tutto ciò,mi chiedo se con una separazione giudiziale ho la possibilità di ottenere l'affidamento esclusivo dei figli e l'allontanamento di mio marito dalla casa coniugale? Non voglio che i miei figli siano coivolti in questa storia squallida.

( Irene, '76)

Cara Irene,

penso che in questo periodo lei sia in preda allo sconforto ed alla rabbia che, le assicuro, sono cattivi consiglieri. Lasci passare tutto il tempo che è necessario per recuperare la lucidità. Si sforzi di non manifestare mai i suoi sentimenti davanti ai suoi figli e non cerchi di screditare la figura paterna, tanto meno non li trascini in tirbunale, coinvolgendoli in guerre snervanti che non hanno voluto.

Per questi motivi, le sconsiglio di proporre un ricorso per separazione giudiziale. Certo, potrebbe proporre ricorso giudiziale chiedendo la separazione con addebito, portando in giudizio tutte le prove che dimostrino la sua infedeltà, ma con questo gesto non punirebbe solo suo marito, visto il suo stato d'animo. Quanto all'affidamento dei minori, la legge n.54/2006 stabilisce che l'affidamento sia condiviso ovvero i figli avranno residenza privilegiata presso uno dei genitori ( di solito con la madre nella ex casa coniugale), ma entrambi ne sarete responsabili.

Oggi avviene così, tranne rari casi in cui si ritiene che un genitore possa essere di pregiudizio alla prole. Lei si chiede quindi se davvero l'infedeltà renda suo marito un cattivo padre. Se la risposta è no, lasci perdere. Parli con suo marito e verifichi la disponibilità ad agire insieme, cercando di raggiungere un accordo per un ricorso consensuale che eviterebbe spargimenti di sangue.

Lei potrebbe chiedere l'affidamento esclusivo, ma dovrebbero essersi verificati episodi gravi tali da giustificare l'allontanamento dei figli da suo marito. Se sussistono questi episodi, allora non aspetti ulteriore tempo e proceda.