Al fine di poter affermare che una disposizione testamentaria sia affetta da dolo, non è sufficiente dimostrare una qualsiasi influenza di ordine psicologico esercitata sul testatore, se del caso mediante richieste, suggerimenti o sollecitazioni.
Occorre invece la prova dell'avvenuto impiego di veri e propri mezzi fraudolenti idonei a trarre in inganno il testatore, avuto riguardo alla sua età, allo stato di salute, alle sue condizioni di spirito così da suscitare in lui false rappresentazioni ed orientare la sua volontà in un senso in cui non sarebbe indirizzata con spontaneità.
La prova pur potendo essere presuntiva deve fondarsi su fatti certi che consentano di identificare e ricostruire l'attività di condizionamento e la conseguente influenza sul processo formativo del testatore.
Questo ha stabilito la Corte di Cassazione con sentenza n. 26519 datata 11 ottobre 2024.
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Articolo dello Studio Legale Sbressa Agneni
Articolo pubblicato nella sezione " News dalla Corte "
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