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Questo articolo è stato scritto da:

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Avv. Stefania Sbressa Agneni

contatto diretto mobile :  +39 340 79 65 261

Autrice per Giuffrè Editore

Scrive per la rivista di Vercelli La Grinta

Autrice per diversi blog giuridici

Iscritta all'Albo degli Avvocati di Verbania

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Preg.mo Avv.Stefania Sbressa Agneni,

finalmente ho deciso di porre fine al mio matrimonio e di separarmi perché la situazione è diventata insostenibile. Sottolineo “ finalmente” perché le cose tra me e mio marito non andavano bene già da tempo. Colpa anche del lavoro che mi porta sempre fuori città e delle sue pretese di voler condurre a tutti i costi una vita agiata. Mio marito è uno di quei uomini che è contento soltanto con il portafoglio pieno e se ha pochi soldi diventa nervoso ed irascibile, è sempre stato così ed io l'ho sempre assecondato nelle sue manie di grandezza.

Certo, però, non mi sarei mai aspettata che l'uomo che avevo scelto come compagno per tutta la vita fosse così sleale e gretto con me. Perché lui, invece di affrontare la crisi, ha pensato di consolarsi con un'altra donna conosciuta durante un viaggio di lavoro in Canada dove, tra l'altro, io mi reco spesso. Insomma, appare del tutto evidente che, se c'è qualcuno tra di noi che ha mancato alle promesse matrimoniali è lui, soltanto lui.

Posso chiedere la separazione facendo in modo che sia stabilita la sua colpa, perchè visto che io sono più ricca di lui, ho paura che mi chieda il mantenimento. Sono sicura che ne sarebbe capace, visto che da anni vive e fa vita sociale grazie a me. ( Veronica, '82)

Cara lettrice,

rispondendo alla sua lettera, faccio ancora una volta il punto sul tema dell'addebito della separazione al coniuge infedele. In primo luogo, le dico che ha fatto bene a parlare di mancato rispetto delle promesse perché la legge parla chiaro: tra le regole che stanno alla base del matrimonio c'è l'obbligo della fedeltà coniugale.

Ma voglio essere più chiara: in fatto di separazione, il tradimento rappresenta una violazione particolarmente grave al punto che giustifica la fine del legame matrimoniale.

Perché dopo essere stati traditi, a meno che non si accetti di ingoiare il rospo (e non mi sembra proprio il suo caso), portare avanti la convivenza diventa spesso intollerabile.

Con simili premesse, è al coniuge infedele che il giudice può addebitare la fine del matrimonio. La più importante conseguenza che deriva da una separazione con addebito è quella che il coniuge “colpevole” non ha diritto all'assegno di mantenimento. Questo, però, vale se si determina una condizione: il giudice deve accertare che la causa scatenante la fine del matrimonio è proprio l'infedeltà.

Lei ha scritto che le cose tra di voi scricchiolavano già da tempo e che ha accettato un uomo che forse amava più il denaro e la bella vita. Se risultasse che questa crisi latente, e non il tradimento, la vera ragione della separazione, e che la vostra era solo una convivenza matrimoniale di facciata, allora si scordi di scaricare la colpa su suo marito.

 

 

Si precisa che questa consulenza online è stata fornita dietro pattuito compenso forense.

 

Articolo dello Studio Legale Sbressa Agneni

Articolo pubblicato nella rubrica " Diritto e Sentimenti "

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"Famiglia e Persone" UTET Giuridica

Scritto da AVV. SBRESSA AGNENI

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