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Questo articolo è stato scritto da:

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Avv. Stefania Sbressa Agneni

contatto diretto mobile :  +39 340 79 65 261

Autrice per Giuffrè Editore

Scrive per la rivista di Vercelli La Grinta

Autrice per diversi blog giuridici

Iscritta all'Albo degli Avvocati di Verbania

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Preg.mo Avv. Stefania Sbressa Agneni,

sono sposata da due anni e da mesi il rapporto con mio marito non funziona anche perché mi ha dimostrato di avermi sposato soprattutto per la mia posizione sociale e familiare.

Non fidandomi più di lui sono entrata nell'account di facebook ed ho scoperto che chatta da mesi con una donna tedesca con la quale ha chiaramente una relazione, anche se lei non abita stabilmente in Italia ma in Germania.

Ho deciso di chiedere la separazione con addebito e di dire al giudice questa situazione, ma mi chiedo se rischio poi io penalmente, visto che lo spio. Le faccio però presente che lui mesi fa mi aveva detto la sua password per accedere all'account. Grazie per la risposta.

(Nadia '79,Gozzano- Novara)

Cara Nadia,

il codice penale punisce chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza oppure si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo.

Il reato è stato introdotto nel 1993 per tutelare il c.d.” domicilio informatico”.

La informo che l'account di un social network rientra tra i sistemi informatici.

Le segnalo che la Corte di Cassazione ha stabilito il principio secondo cui, ai fini del reato in esame, l'abusività dell'accesso, quindi l'illiceità penale della condotta, non dipende dalla finalità perseguita dall'agente con l'accesso al sistema, quanto dalla sussistenza o meno del consenso del titolare dei dati che, qualora non esplicito, deve essere escluso ogni qual volta chi compie l'accesso al sistema violi le prescrizioni impartite dal titolare circa l'uso del sistema.

In pratica, anche se un soggetto sia legittimamente in possesso dei dati di accesso ad un account altrui, se l'avente diritto ha imposto delle condizioni o dei limiti riguardo all'utilizzo di tali dati e l'agente violi questa prescrizione, è reato.

Se, invece, il titolare dell'account non ha posto alcun limite, neanche implicito, limitandosi a fornire ad un' altra persona le credenziali di accesso da parte di quest'ultima, qualunque ne sia la finalità, non è reato.

 

Si precisa che questa consulenza online è stata fornita dietro pattuito compenso forense.

 

Articolo dello Studio Legale Sbressa Agneni

Articolo pubblicato nella rubrica " Diritto e Sentimenti "

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"Famiglia e Persone" UTET Giuridica

Scritto da AVV. SBRESSA AGNENI

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