CAUSA CIVILE: PROVE DIRETTE E INDIRETTE.

Si tratta della regola (con le sue eccezioni) della disponibilità delle prove in capo alle parti (art.115 codice procedura civile) e della regola della libera valutazione delle prove da parte del giudice, nel senso che egli deve valutarle come stabilisce l'art. 116 c.p.c. secondo il suo prudente apprezzamento, salvo che la legge disponga altrimenti.

Premesso ciò, le prove dirette sono quelle idonee a fare conoscere immediatamente il fatto da provarsi.
Le prove indirette fanno conoscere uno o più fatti dalla conoscenza dei quali si può risalire, attraverso un'operazione logica, al fatto da provarsi.

Precisiamo che la suddetta operazione logica si chiama presunzione semplice e ad essa si riferiscono l'art. 2727 del codice civile nel disporre che “le presunzioni sono le conseguenze che la legge o il giudice trae da un fatto noto per risalire ad un fatto ignorato”, nonché l'art. 2729 c.c. che attribuisce rilievo alle sole presunzioni “gravi, precise e concordanti” e che esclude il loro impegno nei casi in cui non è ammessa la prova per testimoni.

Si suole dire che la presunzione semplice, in quanto operazione logica, non è propriamente un mezzo di prova, ma un'operazione di elaborazione della prova raggiunta con altri mezzi. In pratica, la presunzione postula un altro strumento di convincimento del giudice.

Infine, evidenziamo che se siete in procinto di instaurare una causa, è fondamentale avere le prove che supportino la vostra domanda o qualsiasi atto giudiziario.
Non ci stanchiamo mai di dire con estrema forza che senza prove in ambito giudiziale non si va da nessuna parte, rischiando inutilmente di perdere la causa con costi legali ed aggravio di spese.