I TEMPI DELLO SFRATTO.

In primis vi informiamo che i tempi sono lunghi così come le lungaggini.
Alla prima udienza lo sfrattato può opporsi allo sfratto oppure chiedere il cosiddetto termine di grazia, ma se non lo fa, il giudice o convalida lo sfratto, risolve il contratto e fissa un termine entro il quale il conduttore/inquilino dovrà rilasciare l'immobile.

Di prassi, questo termine è di 30 giorni dalla convalida. Solo dopo che sia trascorso questo periodo, il locatore può iniziare la seconda fase della procedura ovvero la fase esecutiva gestita dall'ufficiale giudiziario che dovrà fisicamente fare uscire l'inquilino di casa e riconsegnare l'immobile al legittimo proprietario.

La fase esecutiva inizia con la notifica del precetto, un atto con il quale si intima all'inquilino di rilasciare l'immobile entro dieci giorni. Se l'inquilino non lo fa e si rifiuta, occorre notificare un secondo atto “ l'avvio di sloggio ovvero di rilascio dell'immobile” con il quale l'ufficiale giudiziario comunica la data in cui si recherà per la prima volta personalmente presso l'immobile.

Durante ogni accesso, l'ufficiale giudiziario redige verbale sul quale annota i fatti rilevanti.

Infine se la situazione persiste l'ufficiale giudiziario procederà allo sfratto effettivo con l'ausilio della forza pubblica per la liberazione forzosa.

Il tempo standard per rientrare nel possesso dell'immobile, dopo l'intera procedura è di circa 12 mesi ed anche più.
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