Integra il reato di diffamazione pubblicare sul proprio stato di whatsapp frasi offensive dirette ad una donna, stante la diffusione del mezzo di comunicazione.
Emerge da tale condotta la volontà diffamante poiché in caso contrario, l'imputato avrebbe ben potuto inviare un messaggio privato.
Questo emerge dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 33219/2021.
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Articolo dello Studio Legale Sbressa Agneni
Articolo pubblicato nella sezione " News dalla Corte "
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