Quando i coniugi non trovano un accordo sulle condizioni della separazione, l'unica strada percorribile è quella giudiziale.

In primo luogo deve essere proposta una domanda nella forma del ricorso al giudice territorialmente competente con l'assistenza obbligatoria di un avvocato. Tale domanda viene proposta da uno solo dei coniugi nei confronti dell'altro che diventa avversario nella causa di separazione.

Può essere chiesta in caso di intollerabilità della convivenza e in caso di grave pregiudizio alla prole, si può chiedere anche l'addebito della separazione al coniuge che ha violato gli obblighi che discendono dal matrimonio.

Il ricorso deve contenere l'esposizione dei fatti sui quali la domanda si fonda, producendo le relative prove.

Al ricorso devono essere allegate le ultime tre dichiarazioni dei redditi dei coniugi, l'estratto per riassunto dell'atto del matrimonio, i certificati di residenza e stato famiglia.

Davanti al Tribunale si aprono due fasi, quella presidenziale e quella istruttoria.

Il Presidente del Tribunale accoglie il ricorso e fissa con decreto la data dell'udienza di comparizione dei coniugi e la data entro la quale il ricorso ed il decreto devono essere notificati all'altro coniuge. Durante l'udienza tenta la conciliazione tra le parti e se non ha esito positivo, designa il giudice istruttore e fissa la data della nuova udienza davanti a quest'ultimo. Il giudice istruttore può assumere d'ufficio nuove prove relative alla prole.

Il Giudizio si conclude con una sentenza impugnabile con i mezzi ordinari d'impugnazione.

Infine si precisa che i coniugi possono trasformare in qualsiasi momento la separazione giudiziale in consensuale in caso di accordo che si può raggiungere anche in corso di causa.

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